Il 1° novembre 2022 si è tenuta a Berlino una fiera del lavoro in occasione del Karrieretag (giornata per la carriera). All’evento erano presenti numerose aziende in cerca di forza lavoro da inserire nel proprio organico. Noi abbiamo pensato di parteciparvi in qualità di stranieri, per cercare di immedesimarci in chi, lontano dal proprio ambiente familiare, non ha punti di riferimento e tenta di orientarsi nel dinamico mondo del lavoro berlinese. Vorremmo quindi cogliere l’occasione per condividere con voi le nostre impressioni in merito.

LUCA

La mia impressione girando per gli stand è che si trattasse di un evento organizzato da tedeschi per i tedeschi, con scarsa attenzione per i lavoratori internazionali. Io non parlo tedesco e ho notato che le informazioni scritte in inglese erano pochissime, e molti recruiter parlavano solo tedesco. C’erano alcuni stand dedicati a servizi per chi si sta integrando nel mercato del lavoro tedesco, come ad esempio corsi di lingua o assistenza burocratica per chi cerca occupazione, ma per il resto le opportunità per dei lavoratori stranieri mi sono sembrate molto limitate. Molti dei partecipanti erano studenti, il che mi fa immaginare che fosse un evento indirizzato principalmente a loro.

Se volessi cercare lavoro da recente immigrato in Germania, questo non mi sembra sicuramente il posto migliore. Probabilmente cercherei online o mi rivolgerei a delle agenzie. Mi sembra che le potenziali opportunità per me fossero poche e difficili da individuare. Sarebbe interessante scoprire se esistono altri eventi simili che sono organizzati con più attenzione per le persone che vivono in Germania da poco tempo.

 

BENEDETTA

Tutte le locandine degli stand erano scritte in tedesco, quindi al primo impatto sicuramente ci si sente disorientati se non si conosce la lingua. Io parlo abbastanza il tedesco quindi ho potuto farmi bene o male un’idea di quali fossero le offerte e le posizioni lavorative. Ho notato che se mi approcciavo parlando in tedesco i recruiter erano meno indisposti, mentre, parlando in inglese, il più delle volte dall’altra parte c’era un po’ di disagio, come se non fossero preparati all’eventualità. Nella maggior parte dei casi ci hanno detto che offrivano esclusivamente posizioni che presupponevano una solida conoscenza del tedesco e che quindi noi non avremmo potuto candidarci. L’idea che mi sono fatta è che fosse un evento più che altro per tedeschi e quindi non adatto agli stranieri che non hanno ancora dimestichezza con la lingua, anche se qualche accorgimento c’era in questo senso. Per esempio, noi abbiamo potuto chiedere all’ agenzia del lavoro come fare a trovare lavoro partendo da una conoscenza del tedesco pari a zero.

In conclusione, possiamo sicuramente dire che l’evento è stato organizzato tenendo in scarsa considerazione eventuali lavoratori con background migratorio. Considerando che stiamo parlando di una metropoli come Berlino, questa negligenza ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Bisogna però dire che questa fiera è solo una delle tante che hanno avuto e che continuano ad avere luogo a Berlino. Ad agosto si è tenuto un evento apposito per l’integrazione della forza lavoro proveniente dall’estero. Gli obiettivi principali erano mostrare solidarietà e facilitare il processo di ambientamento in Germania. I partecipanti sono stati numerosissimi, molti dei quali provenienti dall’Ucraina, tutti in cerca di nuove prospettive per un nuovo inizio. La sentita partecipazione all’evento è eloquente: chi arriva in Germania sente l’urgente necessità di trovare un lavoro, in primis per ovvia necessità, ma anche perché inserirsi nel mondo del lavoro equivale a sentirsi parte della comunità. In ambito di integrazione di forza lavoro estera merita menzione l’iniziativa NETZWERK Unternehmen integrieren Flüchtlinge, frutto di un accordo tra il ministero dell’economia e la DIHK (Unione delle Camere di Commercio ed Industria Tedesche). L’intento di questo progetto è quello di predisporre le aziende che vi aderiscono ad assumere manodopera straniera, in modo da integrarla nel tessuto sociale tedesco.

A livello generale non mancano quindi proposte e istituzioni per inserire gli espatriati nel mondo del lavoro, ci chiediamo però se questo sia sufficiente a offrire un sostegno a livello capillare. Se in una città multiculturale come Berlino ci si ritrova smarriti, è verosimile immaginare che le aree più periferiche e meno urbanizzate siano tutt’altro che accoglienti e non predisposte ad assorbire efficacemente eventuali migranti.