Latte e latticini sono alimenti sani, ma in alcuni casi possono creare dei problemi e farci quindi stare male. Ciò che è particolarmente importante sapere e che in queste situazioni per alcune persone il problema può derivare da una intolleranza al lattosio.

Il lattosio (zucchero del latte), nel caso di intolleranza al lattosio, non può essere digerito, perché l’enzima lattasi, indispensabile per lo smaltimento del lattosio, non è presente in quantità sufficiente nell’intestino o addirittura è assente. In questo modo, il lattosio passa direttamente nell’intestino nella sua forma complessa, producendo gas e acidi e causando sintomi quali gonfiore, dolore addominale e diarrea.

Una cosa importante da sapere è che non tutti coloro che non possono tollerare i prodotti lattiero-caseari, soffrono automaticamente di intolleranza al lattosio.

Molti confondono l’intolleranza al lattosio con un’allergia alle proteine del latte. L’allergia alle proteine del latte non è causata da un deficit enzimatico (una più bassa presenza o assenza dell’enzima lattasi) come nel caso dell’intolleranza al lattosio. L’allergia alle proteine del latte si basa invece su una reazione allergica prettamente a carico del sistema immunitario. In questo caso, assumendo anche piccole quantità di alimenti contenenti le proteine del latte, si possono osservare i classici sintomi di una reazione allergica: sintomi come eruzioni cutanee, nausea, diarrea e problemi respiratori, i quali possono sfociare a volte in eventi drammatici che causano la morte. Pertanto, quando si ha una allergia alle proteine del latte, solo la rinuncia costante di prodotti lattiero-caseari sarà di aiuto.

Le cause
Il deficit di lattasi può essere congenito: un difetto genetico può causare la mancanza dell´enzima lattasi nell´intestino.

Il deficit di lattasi può anche derivare da malattie croniche intestinali, malattie tumorali, malnutrizione o alcolismo.

Una temporanea intolleranza al lattosio può svilupparsi quando un disturbo, come un’infezione intestinale (p.e. una gastroenterite), danneggia la mucosa dell’intestino tenue. Quando i soggetti risolvono questi disturbi, sono in grado di digerire nuovamente il lattosio e i sintomi regrediscono.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’intolleranza al lattosio si verifica nel corso della crescita. I livelli di lattasi sono normalmente elevati nei neonati e questo consente loro di digerire il latte. Tuttavia, nella maggior parte dei gruppi etnici (l’80% della popolazione di razza nera e degli ispanici, oltre il 90% degli asiatici), i livelli di lattasi si riducono dopo lo svezzamento. Tale diminuzione implica che negli anni successivi e anche in età adulta, questi gruppi etnici non sono in grado di digerire elevate quantità di lattosio. Tuttavia, l’80-85% delle popolazioni di razza bianca del nordovest europeo produce lattasi per tutta la vita ed è pertanto in grado di digerire il latte e i prodotti caseari da adulti. È interessante notare che questa “intolleranza” sia in realtà la norma per oltre il 75% della popolazione mondiale.

I sintomi di intolleranza al lattosio

Nel caso dell’intolleranza al lattosio manca l’enzima che aiuta a digerire lo zucchero del latte in modo corretto. Questo enzima, come abbiamo detto sopra, è chiamato lattasi. Normalmente nell’intestino l’enzima lattasi è presente e ha il compito di captare il lattosio, semplificarlo in zuccheri più semplici, i quali saranno assorbiti nel tratto successivo dell’intestino. Quando l’enzima lattasi è scarsamente presente nell’intestino o completamente assente, il lattosio viene semplificato in parte o addirittura non viene semplificato e quindi non viene assorbito dal tratto successivo dell’intestino. Questo mancato assorbimento del lattosio, fa sì che lo stesso lattosio richiami nella parete addominale i fluidi nell’intestino tenue, provocando diarrea acquosa. Il lattosio passa quindi nell’intestino crasso, dove viene fermentato dai batteri, producendo gas che causano flatulenza, gonfiore e crampi addominali.

Possiamo trovarci anche di fronte a sintomi aspecifici, cioè quei sintomi che non sembrano direttamente collegati alla malattia in questione. Questi includono: esaurimento o sbalzi di umore, problemi di concentrazione, mal di testa, dolori muscolari, disturbi del sonno.

Diagnosi

Se si avverte un fastidio dopo aver mangiato prodotti lattiero-caseari, è possibile acquistare in farmacia un test per il lattosio (Laktose-Test), che ci avvisa di una eventuale intolleranza al lattosio o no. Questo test è un primo test da fare a casa da soli per capire se è il caso di recarsi dal medico per una sospetta intolleranza al lattosio.

Il secondo test da fare a casa è il cosiddetto test di rinuncia (Auslass- oder Vermeidungs-Test); consiste nel rinunciare per circa due settimane in senso stretto a tutti gli alimenti che contengono lattosio. Questo non è così facile come sembra, perché molti alimenti contengono lattosio in modo per così dire “nascosto”. In questo caso bisogna prestare particolare attenzione alle informazioni sul pacchetto per gli alimenti lavorati e confezionati. Se i sintomi migliorano con una dieta senza lattosio, sospetteremo allora di una intolleranza al lattosio.

Ovviamente la diagnosi vera e propria di intolleranza al lattosio deve essere effettuata da un medico, il quale si avvarrà di alcuni test specifici per la diagnosi. Ma vediamo quali sono.

Il test più utilizzato è il cosiddetto test di “provocazione” (Provokationstest): si beve un liquido a stomaco vuoto il cui contenuto è ricco di zuccheri del latte. Se a seguito dell’assunzione del lattosio insorgono disturbi quali gonfiore o dolore addominale, questo è un chiaro segnale di intolleranza al lattosio.

Il test di intolleranza al lattosio (Laktosetoleranztest) consiste invece nel misurare il livello di zucchero nel sangue dopo la somministrazione di una certa quantità di lattosio. Se si alza in modo significativo, non c’è carenza dell’enzima lattasi. La lattasi infatti scinde lo zucchero del latte (lattosio) in zuccheri più semplici come il galattosio e il glucosio. Se il glucosio, misurabile con il glucometro (apparecchio portatile per la misurazione rapida e quotidiana della glicemia), aumenta allora ci troveremo di fronte ad una intolleranza al lattosio.

Il test del respiro all’idrogeno (Wasserstoff-Atemtest) rivela invece la presenza di microrganismi derivati dalla fermentazione del lattosio nel colon. Questa reazione produce idrogeno, il quale entra nel flusso sanguigno, e dal flusso sanguigno arriva ai polmoni. Il test misura quindi la presenza di idrogeno nell’aria espirata. Si deve eseguire il test a digiuno, cioè almeno 12 ore prima dell’esame non si deve mangiare. Si fa una prima misurazione a digiuno: il respiro viene testato con un dispositivo, simile all’etilometro della polizia (H2-metro), per valutare la componente di idrogeno a stomaco vuoto. Dopo di che si assumono, per un periodo che va da una a tre ore dopo, diversi bicchieri di una soluzione acquosa contenente lattosio. L’aria che espiriamo viene riesaminata con l´H2-metro e viene misurata nuovamente la presenza di idrogeno. Se l’idrogeno alla seconda misurazione aumenta si è intolleranti al lattosio. Inoltre, si riscontreranno, a seguito del test, la comparsa anche di sintomi come gonfiore e crampi addominali.

Per essere assolutamente sicuri della diagnosi effettuata tramite i test elencati, si può procedere facendo un ultimo esame: si preleva un campione dal piccolo intestino, e si procede quindi con la cosiddetta biopsia intestinale (Probe aus der Dünndarmschleimhaut). L’esame consiste nell’inserimento di un tubo sottile attraverso la bocca nell’intestino tenue; qui giunti viene prelevato un frammento della mucosa intestinale ed esaminato in laboratorio. Sulla base dell’attività dell’enzima nei campioni prelevati si determina la presenza e la gravità dell’intolleranza al lattosio.

La Krankenkasse tedesca sostiene la spesa per la diagnosi (Laktosetoleranztest o Wasserstoff-Atemtest) e per la consulenza da un nutrizionista (Beratungsgutschein für ein Gespräch mit einer Ernährungsberaterin) in caso di intolleranza al lattosio. La Krankenkasse tedesca non eroga però nessun contributo o rimborso per l’alimentazione diversificata (e cioè senza lattosio) o per l’acquisto delle compresse di lattasi a causa dell’intolleranza.

Sitografia

www.merckmanuals.com/it-pr/casa/disturbi-digestivi/malassorbimento/intolleranza-al-lattosio – Atenodoro R. Ruiz, Jr., MD, Consultant, Section of Gastroenterology,The Medical City, Pasig City, Metro-Manila, Philippines – Intolleranza al lattosio, consultato il 08.06.2017

www.sanego.de/Krankheiten/Laktoseintoleranz/ – Redaktion/Bieni, Lohr, Keppler, Innere Medizin Kompendium für Studium und Klinik, Elsevier, München 2005 – Laktoseintoleranz, consultato il 08.06.2017

www.tk.de/tk/krankheiten-a-z/krankheiten-l/laktose-intoleranz/29238 – Dr. med. Martina Waitz; Dr. med. Dirk Nonhoff – Was ist Laktose-Intoleranz?, consultato il 08.06.2017