La vita in Germania sta lentamente tornando alla normalità, molte aziende sono in procinto di terminare l’home office e di far tornare i propri collaboratori in ufficio. Non mancano, tuttavia, le preoccupazioni sulle condizioni di salute. In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte le domande più importanti sul tema.
Il datore di lavoro può costringere i propri collaboratori a tornare in ufficio?
Sì, almeno la maggior parte di loro. “Con il diritto di impartire istruzioni, il datore di lavoro ha fondamentalmente l’autorità di determinare il luogo di lavoro”, ad affermalo è: Sebastian Schröder, titolare dello studio legale Emplaw di Viersen.
Naturalmente ci sono delle eccezioni, ad esempio: se i dipendenti hanno concordato con il loro datore di lavoro, all’inizio della Pandemia, di lavorare da casa per 6 mesi, l’azienda è vincolata a rispettare questo accordo. Anche i genitori che non riescono a trovare un’assistenza all’infanzia per i loro figli di età inferiore ai 12 anni non potrebbero essere costretti a tornare in ufficio. In ogni caso, l’azienda durante il processo decisionale dovrà coinvolgere il consiglio di fabbrica. Schröder, dal canto suo, raccomanda alle aziende di dare ai dipendenti un preavviso di almeno 7 giorni per consentire loro di prepararsi al ritorno in sede.
Per i gruppi a rischio? e se i collaboratori hanno paura di essere infettati?
I dipendenti non hanno il diritto di rimanere a casa come misura preventiva se hanno paura di contrarre un’infezione. Questo vale anche per i gruppi a rischio, anche se le aziende hanno maggiori responsabilità nei loro confronti. Chi si rifiuta di recarsi l lavoro potrà ricevere una lettera di richiamo o addirittura essere licenziato perché in Germania non esiste il diritto a un ufficio a domicilio. Schröder rassicura che, tuttavia, per tutti coloro che appartengono a un gruppo a rischio, il licenziamento sarebbe sproporzionato se potessero svolgere il loro lavoro da casa.
L’azienda può costringere i propri dipendenti a scaricare l’applicazione di avviso Corona?
L’azienda non può obbligare i propri dipendenti a scaricare l’applicazione di controllo Covid-19 sui telefoni cellulari privati, se questo valga anche per i telefonini aziendali è una questione ancora controversa. Schröder sostiene che il datore di lavoro abbia l’autorità di richiedere l’installazione della App sul cellulare aziendale, tuttavia consiglia loro di non pretenderlo, bensì solo di consigliarne l’utilizzo.
Quali misure di protezione devono adottare le imprese?
Le aziende devono prendere precauzioni per proteggere la salute dei loro dipendenti: “se il datore di lavoro non è disposto o non è in grado di farlo, nessuno deve tornare in ufficio”, afferma Schröder. Le norme di protezione dal Coronavirus pubblicate dal Ministero del Lavoro forniscono un valido orientamento. Secondo questi standard, le aziende sono obbligate a consentire una distanza minima di 1,50m tra le postazioni dei collaboratori e ventilare l’ambiente lavorativo in modo regolare. Si devono installare distributori di disinfettanti e uniformare i tempi di pausa. Anche le riunioni personali dovrebbero essere ridotte al minimo indispensabile. Il datore di lavoro può richiedere ai suoi dipendenti di indossare una mascherina protettiva per la bocca e il naso anche in ufficio, a condizione che ciò sia ragionevole e che l’azienda fornisca le maschere.
L’azienda può istituire il lavoro a domicilio in modo permanente?
No. “Le aziende non devono costringere i loro dipendenti a lavorare da casa in modo permanente”, dice Schröder, “perché questo interferirebbe troppo con la loro vita privata”. Due anni fa, un’azienda tedesca ha licenziato un ingegnere perché si rifiutava di lavorare sempre da casa. Il tribunale del lavoro di Berlino-Brandeburgo ha invalidato il licenziamento proprio per questo motivo.