Con l’intento di alleggerire la situazione per le imprese e i lavoratori autonomi, il Ministero delle Finanze ha deciso di attuare diverse agevolazioni fiscali. A beneficiarne saranno anche i lavoratori dipendenti.

 

Bonus esentasse
Eventuali bonus e/o pagamenti una tantum che il datore di lavoro versa ai propri dipendenti, oltre al regolare stipendio, non saranno tassati; questo vale per somme non superiori a 1.500€ e solo dal 01.03.2020 fino al 31.12.2020. Ad approfittarne possono essere i lavoratori dipendenti di tutti i settori, ma tale agevolazione non può essere applicata alle sovvenzioni dei datori di lavoro sulla cassa integrazione.

 

Aumento del reddito supplementare per i pensionati
A causa dell’emergenza Coronavirus il settore medico e quello agricolo stanno acquisendo nuovo personale assumendo direttamente pensionati. Per tutti quelli che sono andati in pensione prima del limite di età e che hanno trovato momentaneamente (a causa della Pandemia) impiego in ambito sanitario e agricolo verrà aumentato il tetto massimo del reddito supplementare da 6.300€ a 44.590€ annui. Ciò significa che i guadagni supplementari non andranno poi ad inficiare minimamente sull’ammontare della pensione che già si percepisce. Questo regolamento è, però, applicabile solo fino al 31.12.2020.

 

“Kurzarbeitergeld” Cassa integrazione
A causa della crisi in atto molti settori stanno subendo un calo di lavoro tale che costringe le aziende a mettere i collaboratori in cassa integrazione. Il lavoratore posto sotto cassa integrazione percepirà solo il 60% del suo ultimo salario netto, il 67% in caso si abbiano figli (la somma è esentasse). Quasi tutti quelli posti sotto cassa integrazione saranno poi costretti a fare la dichiarazione dei redditi per l’anno 2020.

 

Calcolo della cassa integrazione. Un calcolo più rapido del netto per l’indennità del lavoro a breve durata
Secondo Isabel Klocke, rappresentante dell’associazione dei contribuenti tedeschi (BdSt), sebbene il Kurzarbeitergeld sia esentasse, viene effettivamente aggiunto al reddito imponibile. Ciò significa che l’aliquota d’imposta per gli altri redditi aumenta a causa della clausola di progressione. Potrebbe quindi accadere, afferma sempre la Signora Klocke, che alcuni lavoratori siano costretti a pagare le tasse in arretrato durante prossimo anno. Questo dipenderà dalla tipologia delle altre entrate e da quali spese possono essere dedotte per ridurre le imposte.

Tutti quelli che momentaneamente si trovano in cassa integrazione e che sono in procinto di diventare genitori possono stare tranquilli: per gli Elterngeld (indennità parentale) si terrà conto del netto guadagnato in situazione di lavoro normale. (il sussidio si basa normalmente sul guadagno netto dei 12 mesi precedenti alla nascita del bimbo). Lo stesso vale per l’indennità di disoccupazione ALG I.

Buone notizie anche per quei genitori che hanno deciso di usufruire del Partnerschaftsbonus, lavorando entrambi a tempo parziale per prendersi cura dei figli: se, a causa della Pandemia, saranno costretti a lavorare di più o di meno di quanto stabilito non lo perderanno. Se i genitori lavorano in uno dei settori ad importanza sistemica potranno decidere di posticipare i mesi del sussidio.

 

Spese eventuali per l’Home Office
Le aziende i cui collaboratori sono momentaneamente costretti a lavorare da casa possono acquistare materiali da ufficio e apparecchiature elettroniche (ad esempio: laptop) per agevolare i lavoratori durante l’Home Office. Il costo del materiale sarà esentasse a condizione che rimanga di proprietà aziendale.

Coloro i quali decidano di acquistare da soli un computer portatile potrà detrarre la somma come spesa professionale, il Finanzamt accetterà un’aliquota forfettaria del 50% per spese professionali. Se il dispositivo costa al massimo 952€ tasse incluse (800€ netto) allora potrà essere detratto direttamente nella dichiarazione dei redditi dell’anno in corso. Nel caso il dispositivo costi di più bisognerà ammortizzare la spesa in 3 anni.

Anche l’acquisto di scrivanie e sedie da ufficio possono essere detratte come spese professionali se il costo totale non supera i 952€ tasse incluse. Lo stesso vale per i costi legati alle telecomunicazioni, come ad esempio: internet e i costi telefonici; il datore di lavoro potrà rimborsare il 20% della fattura mensile, ma non più di 20€ al mese come importo forfettario esentasse.

Si lavora anche per cercare di alleggerire le rigidissime regole per quel che riguarda il conteggio degli ambienti domestici adibiti ad ufficio. L’intento di molte associazioni vicine ai contribuenti è quello di far sì che chiunque faccia home office possa detrarre i costi dell’ufficio a domicilio durante la prossima dichiarazione dei redditi.

 

Scadenza dei termini per la dichiarazione dei redditi del 2018
Il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi per il 2018 era il 29 febbraio 2020, tuttavia moltissimi stati federali hanno chiesto una proroga dato che molti consulenti fiscali sono alle prese con una mole di lavoro molto più alta del previsto. La scadenza è stata prorogata al 31.05.2019 e non verranno calcolate sovrattasse.

 

Consiglio per le imprese: rinvio delle tasse
Se a causa del Coronavirus non si riesce a far fronte al pagamento delle tasse previste, le aziende possono chiedere un rinvio senza interessi al Finanzamt, il quale non imporrà requisiti molto rigidi. Il rinvio può essere chiesto per l’imposta sul reddito, l’imposta sulla società e per l’IVA. Rinviare significa che il pagamento è solo posticipato e non azzerato ed è bene specificarlo, come sostiene Klocke rappresentante del BdSt. È impossibile, però, richiedere il rinvio per le imposte sul salario, quelle andranno pagate forzatamente.

 

Differimento dei contributi previdenziali
Il datore di lavoro può presentare presso gli uffici dell’assicurazione sanitaria la richiesta di rinvio senza interressi del pagamento dei contributi previdenziali per i dipendenti. È già successo tuttavia che i vertici delle principali assicurazioni sanitarie abbiano rifiutato tali richieste, ribadendo che tale ipotesi è da considerare se e solo se tutte le altre misure previste nei pacchetti di aiuto statali non dovessero bastare.

 

Adeguare al ribasso gli anticipi da pagare
In caso il business aziendale sia stato duramente colpito dalla crisi generata dal Coronavirus è possibile adeguare al ribasso il pagamento degli anticipi sull’imposta di reddito, sull’imposta della società, sull’imposta per le attività produttiva. La promessa è che il Finanzamt gestirà le richieste nel modo più rapido possibile.

 

Rinuncia alle misure esecutive
Per tutte quelle aziende che hanno risentito direttamente della crisi portata dalla Pandemia, le autorità fiscali rinunciano a mettere in atto le misure esecutive e le sanzioni relative al ritardo dei pagamenti dovuti per tutto il 2020.

 

Fonte: https://www.handelsblatt.com/